Secondo i parametri della ricerca, il nostro è un “rischio rialzato” rispetto al livello verde (basso rischio) e a quello giallo (rischio moderato), inferiore soltanto a quello della “zona rossa” (alto rischio). Questo significa che le nostre aziende hanno un’elevata possibilità di subire una compromissione di dati, possiedono una scarsa visibilità delle minacce all’interno delle loro reti e non hanno una strategia di gestione e reazione agli incidenti.
Il Cyber Risk Index globale si aggira attorno a -0,41, corrispondente a un rischio medio alto. L’area più problematica sono gli Stati Uniti, con indice di -1,07, mentre in Europa il valore si attesta a -0,13, cioè “rischio rialzato” (elevated) e l’Italia è in linea con la media del continente. Meglio di noi fanno solo Germania e Regno Unito, classificate in zona gialla. Su scala mondiale la regione più virtuosa è quella asiatica, con un Cyber Risk Index di -0,02.
Fonte: https://www.ictbusiness.it